Trasporto

Anonymous
• Ott. 31, 2011 - 11:21

Ciao,

vorrei sapere come si fa a trasportare un pezzo in modo che si legga in un modo e suoni in un'altra tonalità.

Esempio: come faccio a scrivere la parte dei clarinetti in Do maggiore e farla suonare in Re?

Grazie a tutti


Commenti

Penso che ti riferisci al problema della scrittura per strumenti traspositori. I clarinetti di normale impiego sono quelli in SI bemolle e in LA. Significa che se scrivi sul pentagramma del clarinetto un DO, il clarinettista legge Do, ma lo strumento emette come suono reale un SI bemolle (o un LA se il clarinetto è in LA). Quindi se vuoi che il clarinetto in Si bemolle emetta il suono reale di un DO, devi scrivere sul suo pentagramma un RE, oppure un MI bemolle se il clarinetto è in LA.

Quando, nel creare un file, inserisci gli strumenti che scegli per la partitura, Musescore automaticamente inserisce la tonalità di trasposizione. (P. es. MI bemolle magg. per il clarinetto in La, se vuoi scrivere in tonalità di Do magg.).

Ti allego un esempio nel quale ho scritto le note in oboe, che non è traspositore, e quelle corrispondenti per il clarinetto in La. I suoni reali dei due strumenti sono unisoni.

Sappimi dire se ti sono stato utile. Ciao.

Roberto

Anonymous
Nov. 3, 2011 - 08:52

In risposta a by Roberto Fabris

Grazie mille,

in linea generale la tua risposta mi chiarisce come gestire gli strumenti traspositori tradizionali, come ad esempio il clarinetto. In realtà però avevo utilizzato questo strumento come esempio solo perché noto a tutti.

Quella che devo scrivere io è una partitura per chitarre con capotasto al V tasto, che quindi leggono una quarta sotto rispetto a quello che suonano (ad esempio, sulla prima corda leggono mi e suonano la).

In risposta a by Anonymous

Spiacente, non me ne intendo di capotasti mobili.

Mi sembrerebbe che cambiano soltanto il suono delle corde a vuoto, lasciando intatto il suono delle note "segnate" sulla tastiera. Se fosse così non si porrebbe un problema di trasposizione della partitura.

Anonymous
Nov. 4, 2011 - 16:17

In risposta a by Roberto Fabris

Ciao, il funzionamento del capotasto mobile sulla chitarra è molto semplice. Le corde a vuoto della chitarra sono, partendo dall'acuto, mi-si-sol-re-la-mi. Di conseguenza, quando ad esempio premo il primo tasto della prima corda, ne risulta la nota fa.

Mettendo il capotasto poniamo al terzo tasto, il tutto suona una terza minore sopra, per cui le corde a vuoto suonano sol - re - sib - fa - do - sol. Quando premo il nuovo primo tasto della prima corda (che in realtà è il quarto), la nota che produco è sol#.

Per ovvi motivi di comodità, io chitarrista continuo a leggere come se fossi senza capotasto, cioè in mi, ma quel che ne esce è spostato su di una terza minore.

L'utilizzo del capotasto al terzo tasto è una pratica diffusissima nelle trascrizioni dal liuto rinascimentale, che ha un'accordatura praticamente identica a quella della chitarra, però in sol, cioè una terza minore sopra: leggo comodamente il brano in mi, ma lo suono nella tonalità originale. Questo è appunto solo uno dei numerosi utilizzi del capotasto.

Mi viene in mente che questa funzione di MuseScore può essere comoda anche per chi voglia scrivere una parte per tastiera elettronica, che consente di trasportare automaticamente ciò che si suona. Ad esempio, se non voglio leggere in re, posso scriverla in do e poi impostare il trasporto automatico della tastiera un tono sopra (ma quando mando in riproduzione il mio spartito di MuseScore, la parte scritta in do deve suonare un tono sopra).

Ciao

In risposta a by Anonymous

Ti ringrazio, ma mi confermi che il capotasto mobile cambia soltanto il suono delle corde a vuoto, e non di quelli segnati sulla tastiera. Mi sembra cioè che quando premi, per esempio, sulla terza corda in corrispondenza del quarto marcatasto (che senza il capotasto mobile corrisponderebbe al 12° tasto) la nota reale che ne deriva è SOL, sia che tu abbia inserito o no un capotasto mobile. Se ciò è vero, non si pone un problema di "trasposizione" della partitura. Diciamo che il capotasto mobile è simile al "Grande Barré", cioè all'azione del dito indice che schiaccia tutte le sei corde, salvo che lascia piena libertà a tutte le dita.

Se invece usi una chitarra senza marcatasti, (o non li guardi) allora il capotasto mobile potrebbe (forse) trasformare in qualche modo la chitarra in uno strumento traspositore, in quanto il primo tasto parte da un suono più acuto, e gli altri tasti di conseguenza.

Comunque per gli strumenti traspositori il discorso è sempre lo stesso: se quando suoni (esegui) una certa nota scritta (p. es. RE) il suono reale che va nell'aria è, per esempio, di una 2a sotto (DO), allora devi scrivere una 2a sopra al suono reale, ecc. Se invece il suono reale è più acuto di quello scritto, devi scrivere sotto (per esempio per il clarinetto piccolo in MI bemolle devi scrivere, chiave di violino, un re sotto il rigo per avere il suono reale di un fa nel primo spazio).

Buona musica.

Roberto

Anonymous
Nov. 5, 2011 - 18:04

In risposta a by Roberto Fabris

Mi sembra cioè che quando premi, per esempio, sulla terza corda in corrispondenza del quarto marcatasto (che senza il capotasto mobile corrisponderebbe al 12° tasto) la nota reale che ne deriva è SOL, sia che tu abbia inserito o no un capotasto mobile.

Sì, ma se ho un capotasto mobile al III tasto, nello stendere il mio pezzo scriverò mi. Però il suono, quando avvio la riproduzione, deve risultare giustamente un sol. È precisamente questa la funzionalità che mi pare mancare in MuseScore.

Diciamo che il capotasto mobile è simile al "Grande Barré", cioè all'azione del dito indice che schiaccia tutte le sei corde, salvo che lascia piena libertà a tutte le dita.

Precisamente, infatti non a caso il Grand Barré viene anche comunemente chiamato "capotasto".

Se invece usi una chitarra senza marcatasti, (o non li guardi) allora il capotasto mobile potrebbe (forse) trasformare in qualche modo la chitarra in uno strumento traspositore, in quanto il primo tasto parte da un suono più acuto, e gli altri tasti di conseguenza.

Togli il "forse" e l'"in qualche modo" e la tua frase è perfetta. :-) La chitarra col capotasto È uno strumento traspositore (oltre ovviamente al fatto che la chitarra è di per sé strumento traspositore di ottava, ma questo non c'entra col nostro discorso). I marcatasti, quando si usa il capotasto, perdono la loro funzione di riferimento (o per lo meno la modificano, nel senso che indicano altre note).

Comunque per gli strumenti traspositori il discorso è sempre lo stesso: se quando suoni (esegui) una certa nota scritta (p. es. RE) il suono reale che va nell'aria è, per esempio, di una 2a sotto (DO), allora devi scrivere una 2a sopra al suono reale, ecc.

Sì, ma il mio problema è che non c'è verso di fare in modo che il player di MuseScore quella nota me la suoni do (se non, appunto, con gli strumenti tradizionalmente traspositori seguendo le indicazioni che hai dato tu sopra).

Ciao

In risposta a by Anonymous

Riassumo. Un dato tasto suona, su una determinata corda, SOL, e tu scrivi SOL se non hai inserito il capotasto mobile. Se inserisci il capotasto mobile scrivi un'altra nota, p. es. MI, con riferimento a quello stesso tasto su quella stessa corda, che continua naturalmente a produrre il suono di SOL. Se sposti il capotasto scrivi p. es. RE, sempre con riferimento al tasto-corda che suona sempre SOL. Quando vai nella riproduzione, Musescore suona quello che hai scritto. (La trasposizione all'8a bassa è invece intrinseca alla scrittura per lo strumento, come per il contrabbasso e altri).

Negli strumenti traspositori il suonatore, per esempio, di flauto “esegue” un DO e “esce” il suono reale di un Do se accosta alla bocca un flauto (in do), mentre “esegue” un DO e “esce” il suono reale di LA (3a min. sotto) se ha in mano un flauto d'amore, “esegue” un DO e “esce” il suone reale di SOL (4a sotto) se ha in mano un flauto grave, ecc.. Nel caso della chitarra il suonatore “esegue” SOL e “esce” sempre SOL, ma tu cambi la scrittura a seconda di dove posizioni il capotasto mobile, perché il primo tasto utile, a valle del capotasto mobile, cambia a seconda della posizione del capotasto mobile stesso.

Per la riproduzione prova a informarti se altri programmi di scrittura musicale hanno la funzione che non trovi, e che quindi immagino non ci sia, in MuseScore.

Anonymous
Nov. 6, 2011 - 16:38

In risposta a by Roberto Fabris

Forse riesco a chiarirti la questione introducendo il concetto di "posizione".

In un flauto in do, suonando nella posizione di do la nota che esce è do. In un flauto in sol, suonando nella posizione di do esce un sol.

Nella chitarra è esattamente la stessa cosa. Prendiamo il solito esempio della chitarra con capotasto al III tasto. In una chitarra chitarra senza capotasto, eseguendo la "posizione di do" (ossia premendo la seconda corda al primo tasto), il suono che ne esce è do. In una chitarra col capotasto, eseguendo la "posizione di do", cioè premendo sempre la seconda corda al primo tasto, esce la nota Mib.

Quindi la tua frase "Nel caso della chitarra il suonatore “esegue” SOL e “esce” sempre SOL" è scorretta, perché quando mette il capotasto, il suonatore "esegue" sol (ossia suona nella "posizione di sol", cioè suona la terza corda al XII tasto), ma la nota che esce è sib.

Perché quando metto il capotasto al III tasto, il XII tasto "reale" della chitarra diventa nel mio nuovo sistema di riferimento il IX, mentre il XV tasto "reale" della chitarra è ora il mio nuovo XII tasto, ossia quello che suono quando sullo spartito leggo la nota sol.

In pratica è come se stessi suonando una chitarra terzina (che esiste), cioè una chitarra accordata una terza sopra, e che legge come se fosse una chitarra normale. È lo stesso di quanto accade per le famiglie dei clarinetti, dei flauti, ecc.

PS: sì, con Finale esiste questa funzione, ma io uso MuseScore proprio perché con Ubuntu non c'è verso di far funzionare Finale.

In risposta a by Anonymous

Ho approfondito l'argomento: effettivamente il capotasto mobile traspone la tonalità, quindi è giusto scrivere in una tonalità diversa da quella dei suoni "reali" che si desiderano ottenere. Da quello che ho capito lo scopo è soprattutto, accanto ad altri effetti, quello di facilitarsi le trasposizioni di tonalità, o l'esecuzione di accordi con molte alterazioni. Per ottenere l'effetto voluto in Musescore sarebbe necessario che la trasposizione richiesta corrispondesse a quella di uno degli strumenti traspositori in repertorio. Per esempio, se si pone il capotasto mobile al terzo tasto (3a min. sopra), si potrebbe usare la trasposizione prevista per il clarinetto piccolo in mi bemolle (ma nella riproduzione poi si sentirebbe il suono di clarinetto un'8a alta sui suoni della chitarra...)

Anonymous
Nov. 9, 2011 - 10:50

In risposta a by Anonymous

Ho chiesto lumi nel forum inglese.

SOLUZIONE

Clic col tasto destro sul pentagramma, si apre il menu, clic su "Proprietà pentagramma", e poi su "Suona trasporto" si sceglie di che intervallo deve essere trasportata la parte.

In risposta a by Anonymous

Complimenti! Il programma è talmente ricco di funzioni che per conoscerle tutte ci vuole veramente assai tempo, anche perché, è inevitabile, non saltano tutte agli occhi. Così ne ho conosciuta una nuova anch'io e tutti quelli che avranno la pazienza di leggere la nostra lunga chiacchierata. Ciao.

Il capotasto mobile permette di trasporre la tonalità del brano, e di conseguenza tutte le sue note, di un semitono verso il basso per ogni tasto "eliminato" dal capotasto.

Per esempio, un brano in Mib maggiore, che inizia con le note Mib3 Sol3 Sib3 diventerà:

- con il capotasto al primo tasto (trasposizione di un semitono discendente): tonalità di Re maggiore con le note Re3 Fa#3 La3

- con il capotasto al terzo tasto (trasposizione di 3 semitoni discendenti): tonalità di Do maggiore con le note Do3 Mi3 Sol3

Ovviamente con questo espediente le note REALI prodotte dallo strumento saranno sempre Mib3 Sol3 Sib3: grazie al capotasto è possibile dunque suonare in Do maggiore un brano le cui note reali sono in Mib, semplificando notevolmente la sua esecuzione e la sua lettura.

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