Alterazioni in chiave annullate in una battuta e ripristinate in automatico in quella successiva

• Mag. 27, 2013 - 19:29

Sera, ho provato diverse volte a vedere se mi sfuggiva qualcosa riguardo la modifica automtica della alterazioni
nella battuta successiva a quella in cui ho modificato le stesse ( sia quelle in chiave che quelle temporanee ), ma devo provvedere da me, ho controllato anche sul manuale ( uso la versione 1.2 ) ma non c'è verso.
Non so se è prevista questa ulteriore funzione nella versione 2.0, però penso che sarebbe molto utile, perchè
almeno nella successiva battuta a quella in cui le alterazioni sono state annullate, è importante specificare se le stesse siano tornate come erano in origine.
In più segnalo ( se non è stto già fatto ) che all' interno della stessa battuta, se altero una nota ( anche temporanea ) in una specifica posizione orizzontale, mettiamo il do centrale del pianoforte, per cui quello che è posto nel taglio aggiuntivo sotto il primo rigo del pentagramma, e subito dopo ho un altro do ( ma non alterato ), quest' ultimo deve essere anticipato dal bequadro, perchè è sempre buona prassi specificare se le stesse note sono alterate in modo uguale o no, non si può dare per scontato ( questo in generale, non è assolutamente una critica al software, che oltretutto è veramente semplice da usare e non me lo aspettavo, complimenti ).


Commenti

In risposta a by Shoichi

Ciao, intanto grazie per la risposta.
Ho visto l' allegato e ti rispondo in merito: è corretto il ritorno al bequadro ( alla naturalizzazione, come mi piace chiamarla, della nota precedentemente alterata ), il problema sorge se ci fosse stato un re all' ottava superiore o inferiore ( o a distanze superiori ), perchè se il 2° re ( quello alterato con il # ) fosse stato"affiancato" da un re in un altra posizione ( ma non alterato con il # ), musescore non lo avrebbe rilevato in automatico, e nella stessa battuta è importante specificare se le note con lo stesso nome raddoppiate, ed anche posizionate in ottave distanti da quella della nota originaria siano o no alterate.
L' esempio che hai posto con l' allegato è uno spunto per specificare anche l' altro punto: nell' ultimo quarto della 2a battuta, c'è quel re#, all' inizio della 3a il re non è specificato se sia # o meno, diciamo che per ovvi motivi si da per scontato che non lo sia, ma questo è un altro aspetto importante, dovrebbe comunque avere davanti il bequadro, perchè soprattutto in spartiti o partiture dove non è specificata una tonalità in chiave, è necessario precisare questi dettagli.
Aggiungo come già fatto in precedenza, che se ( come si può vedere dall' allegato che ho preparato ) siamo in sol maggiore ( potrebbe anche essere mi minore, però va bene, facciamo che siamo in sol maggiore ), quel fa bequadro a fine batttuta, quando viene riproposto nella battuta successiva, non viene automaticamente ripristinato il #, mi spiego meglio, se da una parte va bene che il fa suonato, attenzione quello suonato in playback, è un fa#, rimane il fatto che dovrebbe essere specificato, perchè altrimenti si creano delle discrepanze tra la nota suonata e quella scritta.
LIl primo esempio che ho posto è evidente, il sol# dell' ultimo tempo della battuta diventa sol naturale ( bequadro ) nella battuta successiva, e infatti suona come dovrebbe, ma è implicito, mentre per correttezza di scrittura bisognerebbe evidenziarlo.Capisco che tutto questo può sembrare esagerato, ma anche se così è più semplice, sarebbe una cosa positiva specificare alcuni punti, poi come è scritto sulla pagina di Wikipedia, è logico che ci sono delle situazioni molto complesse, per le quali è necessario specificare nel dettaglio ogni particolare, però se questa potesse divenire una funzione automtica sarebbe un' ottima cosa.
Poi si fa sempre in tempo a muoversi su e giù per modificare l' alterazione, ma fidatevi, potrebbe capitare che una persona esegue un pezzo dove c'è un passaggio come quello in cui il sol non è preceduto dal bequadro, suonando ancora il sol#.

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Esempio_per_le_alterazioni_non_specificate-1.png 106.93 KB

In risposta a by Piccinesco

Non ti dirò nulla di nuovo, ma ricordo ugualmente che l'alterazione di una nota è la temporanea modificazione dell'altezza del suo suono rispetto alla sua posizione naturale nella scala di appartenenza.
Il termine alterazione, per traslato, indica i segni (#, b, bequadro, ecc.) che si adoperano per compiere l'alterazione stessa. In questo caso alterazione è sinonimo di accidente.
Gli accidenti hanno un'efficacia temporanea limitata alla battuta in cui compaiono e al suono cui si riferiscono. A ciò si attiene Musescore.
Quindi se la nota alterata viene eseguita, nella stessa battuta, a un intervallo di una o più ottave, l'accidente deve essere ripetuto, se si vuole che la nota rimanga alterata (vedi battuta 2 nell'esempio allegato).
Il fa della battuta 3 dell'esempio, per il quale non è indicato alcun accidente, si legge # (è in chiave, siamo in re maggiore), e Musescore così lo esegue. E' però forse opportuno in casi così "ravvicinati" indicare, a discrezione di chi scrive, un accidente precauzionale, cioè tra parentesi, come ho fatto nella battuta 5.
Dimmi se mi è sfuggito qualcosa.
Ciao

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Alterazioni_-_accidenti.mscz 1.75 KB

In risposta a by Roberto Fabris

Ciao e scusa se rispondo solo ora, avevo letto il messaggio dal telefono ma non ancora dal pc.
E' esatto quello che dici, e ho constatato che Musescore esegue le note presenti nella battuta successiva a quella dove sono state alterate, sottintendendo il loro ritorno allo stato originario, in questo il software è di grande aiuto.
Ritengo comunque, che per una maggior chiarezza l' ultimo esempio che hai posto sia la via da seguire, se non altro per creare meno problemi possibili a chi dovrà ipoteticamente eseguire un pezzo.

In risposta a by Roberto Fabris

Si, soprattutto per gli esecutori, o (pensavo) in alternativa si potrebbe indicare in una nota, che tutte le note successive alla battuta in cui le alterazioni in chiave hanno subìto modificazioni, o a cui sono state applicate alterazioni temporanee, tornano ad essere come erano in origine nella battuta successiva (se non confermate).
Ciao

Sì, si può anche mettere la nota (di testo), cioè l'avvertimento che dici tu. Ma non farebbe altro che ricordare una regola universale già prevista dalla grammatica della musica, regola che si deve (o dovrebbe) presumere già conosciuta da chi legge una partitura. Personalmente non ho mai visto una nota così. Però sta a te decidere, in base anche alla destinazione di ciò che scrivi. Cioè se pensi sia utile, perché no? Ma se scrivi per professionisti, direi di evitare assolutamente questo avvertimento.
Ciao

In risposta a by Roberto Fabris

Fortunatamente ho un amico pianista che mi da delle "dritte" in merito, ho anche preso un cicchetto una volta, ben venga quando è giustificato.Per ora evito la nota e scrivo in modo che sia comprensibile senza prevedere una legenda che stabilisca delle regole, per il momento i pezzi sono anche semplici da questo punto di vista, per cui non necessitano di tali precisazioni.
Grazie ancora.

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